Viaggiare in autobus è da sempre il modo più comodo e conveniente. Ottimo per i lavoratori e gli studenti pendolari, ma anche per chi decide di viaggiare per svago o per raggiungere i propri cari. La crisi globale legata alla pandemia di Covid-19 ha purtroppo colpito in modo pesante anche il mercato delle autolinee in Italia, uno tra i paesi più colpiti in Europa, e tra i primi nel mondo ad aver affrontato il Coronavirus.
Ma cosa è cambiato sul mercato italiano degli autobus? E quanto il Covid ha modificato il modo di viaggiare dei passeggeri della penisola?
Anche quest’anno, CheckMyBus insieme al Politecnico di Milano ha stilato l’annuale rapporto sul mercato dell’autobus a lunga percorrenza, arrivato all’ottava edizione. I dati raccolti e i risultati di questo studio mettono in luce quanto il 2020 sia stato un anno fuori dalla norma. Ma vediamo meglio nel dettaglio.
I collegamenti più cercati
Negli anni precedenti alla pandemia di Coronavirus il viaggiatore italiano si spostava in autobus tipicamente dal Nord a Sud. Durante la pandemia invece abbiamo registrato più collegamenti ricercati al Sud Italia, complice forse la minor incidenza di casi Covid nelle regioni meridionali. Rispetto al 2019 si nota inoltre un altro sostanziale cambiamento: i viaggiatori preferiscono tratte più brevi rispetto ai viaggi a lunga percorrenza.
Ai collegamenti più ricercati in passato, come la tratta Milano ↔ Catania e Palermo ↔ Bologna, si affiancano adesso molti collegamenti verso la Calabria, in particolar modo con partenze dalla Lombardia e dall’Emilia-Romagna.
La riapertura estiva
Il primo lockdown ha pesato molto sugli italiani, ma non ha spento la voglia di viaggiare: non appena le riaperture di maggio sono arrivate, abbiamo registrato infatti una veloce ripresa delle ricerche di autobus su tutto il territorio nazionale. Il picco è stato raggiunto in giugno, con la riapertura da parte del governo dei confini regionali. A ottobre è arrivata la seconda ondata della pandemia, fermando nuovamente tutto e mandando tutta Italia in un nuovo lockdown.
La reazione delle compagnie
Non sono solo le destinazioni e le abitudini dei viaggiatori a essere cambiate: anche i prezzi, in continua discesa negli ultimi tempi, hanno visto un’inversione di tendenza con l’arrivo della crisi. Nella seconda parte dell’anno i prezzi sono infatti aumentati di circa il 50%. Sono poi tantissime le aziende di autobus che hanno dovuto spegnere i motori per colpa del covid. Altre più fortunate hanno potuto continuare con servizi ridotti, grazie anche all’implementazione di nuove procedure di sicurezza e di rigidi iter di sanificazione a bordo dei veicoli. Per via di tutti questi costi sono praticamente sparite le promozioni e altre tariffe vantaggiose. Sono stati ridotti anche i biglietti in vendita disposinibili, a causa del distanziamento a bordo dei mezzi introdotto per garantire la sicurezza dei passeggeri.
Chi ha viaggiato durante la pandemia
Rispetto al 2019, non c’è stato solo un netto calo di prenotazioni, ma anche una variazione significativa del profilo del viaggiatore medio. Hanno viaggiato molto di più i giovani, che come sappiamo corrono meno rischi legati al covid, mentre l’utenza over 44 è rimasta molto di più a casa. In precedenza poi le donne viaggiavano più degli uomini, ma dalla pandemia in poi i dati segnalano una quota quasi uguale tra i due sessi.
Collegamenti aeroportuali
Per quanto riguarda i collegamenti verso/da gli aeroporti i dati segnalano in aumento le ricerche nella regione Lazio, in opposizione con il trend registrato invece negli anni precedenti che vedeva la Lombardia in pole position.
Il rapporto TRASPOL – CheckMyBus
Le statistiche qui presentate sono state elaborate dal TRASPOL, il Laboratorio di Politica dei Trasporti del Politecnico di Milano, basandosi sui dati forniti da CheckMyBus per l’anno 2020. Il rapporto TRASPOL viene pubblicato annualmente, e lo si può trovare nella sua interezza nella sezione Stampa del nostro sito.
Condividi questo post: