Il via di FlixBus negli Stati Uniti

Il via di Flixbus negli Stati UnitiCome vi abbiamo annunciato qualche tempo fa, il mese di maggio segnala l’arrivo dell’azienda tedesca di autobus low-cost in terre americane. Il via è stato dato il 15 maggio con le prime linee da Los Angeles e dalla Costa Occidentale verso l’interno del Paese. Il direttore generale di FlixBus negli Stati Uniti, Pierre Gourdain, ha dichiarato che il gruppo «vuole diventare il vettore locale di L.A. Questa è un’avventura che mi affascina molto. Dopo aver soggiornato alcuni mesi negli Usa, sono tornato in Germania e ho detto ai miei colleghi che la West Coast sarebbe diventata il nostro più grande mercato e quello dove troveremo clienti più velocemente. E così siamo partiti».

La scomessa di FlixBus sul paese di Hollywood parte con una flotta di 17 autobus di otto società partner diverse, collegando 28 destinazioni, come:

Las VegasLos AngelesPhoenix
San DiegoPalm SpringsYuma

Ma non finisce qua, come detto dall’amministratore delegato di FlixBus, André Schwämmlein, «aumenteremo l’offerta in modo significativo, lo abbiamo già pianificato. Non ci poniamo limiti». L’obiettivo di FlixBus è quello di cambiare il mercato del trasporto pubblico su gomma e «non vuole essere un altro operatore del settore, ma reinventare il modello di business». Dagli Stati Uniti i manager in carica si aspettano una risposta dai viaggiatori più sostenuta che in Europa, puntando sull’enorme quantità di studenti che si muovono più frequentemente.

Il mercato dei viaggi in pullman negli Stati Uniti

Il mercato dei viaggi in pullman negli Stati UnitiSecondo una ricerca del Chaddick Institute for metropolitan development, FlixBus è uno degli elementi che può cambiare le carte del mercato dei viaggi in autobus nel paese. Questo perchè la compagnia tedesca ha un modello di business che è in qualche modo diverso da quello che prevale negli Stati Uniti. “Invece di gestire in proprio i bus, la compagnia stipula contratti con vettori già esistenti, che ricevono il marchio FlixBus in cambio dell’impegno della startup a prendersi tutte le responsabilità per marketing, prezzi, programmazione e offerte”, prosegue lo studio.

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